Doriana Usai, vincitrice del Concorso “Artigiano del Cuore” 2022
Figlia d’arte, maestra artigiana e imprenditrice: la vincitrice della quinta edizione del concorso “Artigiano del Cuore” (2022), racconta la sua storia e il suo bellissimo percorso, dove la tradizione e la cultura sarda sono la più grande fonte di ispirazione.
Complimenti per la vittoria! Come hai vissuto il concorso Artigiano del Cuore?
Grazie per i complimenti. Farò tesoro di questa esperienza come tutte quelle che ho affrontato nel corso della mia carriera: sono momenti di gratificazione, ma anche di grande riflessione.
Il Concorso Artigiano del Cuore l’ho vissuto in totale serenità, perché a differenza di altri concorsi non c’era l’apprensione di una consegna. È stato un momento di grande affetto, da parte di amici cari, clienti e colleghi che mi hanno supportato, apprezzato e aiutato in qualsiasi modo a divulgare il link [della pagina delle votazioni]. Mai mi sarei aspettata tanto calore e tanto supporto. Solo per questo credo di aver conquistato tanta autostima.
Dal momento in cui mi è stato comunicato di essere selezionata come finalista e ho divulgato la notizia ai miei contatti privati e sui social, si è creato un grande circuito di stima e affetto che non avrei mai pensato di ricevere. È stato tutto davvero molto bello e ne sono grata!
Provieni da una famiglia di ceramisti molto conosciuta in Sardegna. Raccontaci quando e perché hai scelto di diventare ceramista e di seguire le orme dei tuoi genitori.
Io rappresento la 5° generazione di una famiglia di artigiani, che prosegue la tradizione dell’arte ceramica di Assemini: le prime notizie risalgono al 1840, anche studi e ricerche recenti da parte di un mio parente storico fanno pensare che questa tradizione sia ancora più lontana, forse risalente addirittura al 1610.
Sono cresciuta in una famiglia dove le tradizioni e il lavoro artigianale erano un valore e un vero stile di vita. Già da piccolina respiravo i profumi del laboratorio paterno e il mio approccio è stato, come per tutti i bambini, quello di fare della ceramica un gioco; crescendo mi sono resa conto che quel gioco poteva essere una reale professione, e mi sono affacciata a questo mondo con la visione di una ragazza adolescente che fantastica sul futuro, dedicando il mio tempo libero a imparare il mestiere.
Durante i miei studi ho sempre cercato di ritagliare del tempo per lavorare in laboratorio, un po’ per aiutare i miei genitori, un po’ per imparare. Ho frequentato il liceo artistico di Cagliari, indirizzo architettura e design, e lì ho cominciato ad appassionarmi a tutto ciò che riguarda la creazione di nuove forme.
Dopo il diploma, a 19 anni, eredito l’attività di mio padre, e comincio quindi a lavorare tutti i giorni in laboratorio, anche con il supporto dei miei genitori.
In parallelo ho frequentato anche la scuola di ceramica di Faenza, Montelupo Fiorentino e Deruta perché la curiosità mi ha sempre spinto a scoprire altre realtà legate al mondo della ceramica.
A 30 anni mi sono iscritta all’università di lettere, indirizzo Design. Con sacrificio, dedizione e desiderio di innovare, ho affrontato questa avventura, senza mai trascurare il laboratorio e la famiglia, che sono sempre stati i miei punti fermi.
Mi laureo nel 2017, con una tesi sulla storia della mia famiglia, confrontando il mio lavoro con quello di mio padre, attraverso uno studio antropologico. È stato uno dei momenti più belli dedicati al mio lavoro. Successivamente, visto che collaboravo con scuole e centri social fin da quando avevo 23 anni, ho deciso di specializzarmi in didattica espressiva e arteterapia, materie che mi stanno molto a cuore.
Ad Assemini sei molto conosciuta. Come promuovi il tuo lavoro? Usi anche i canali digitali?
Ad Assemini sono molto conosciuta perché si è sempre parlato del mio saper-fare e della mia intraprendenza, già da quando ero piccolina.
Poi, già da quando ero giovanissima, mio papà mi faceva partecipare ai concorsi e qualche risultato lo portavo a casa. Pertanto, crescendo e proseguendo questo mestiere, molti Asseminesi si sono sentiti rappresentati dal mio operato e hanno apprezzato il mio lavoro.
Cerco di fare il mio lavoro al meglio affinché sia proprio il cliente a divulgarlo e promuoverlo.
Inoltre, ho un sito che faccio aggiornare dal mio grafico più volte all’anno, curando la mia immagine e l’immagine dei miei manufatti. Ho dei profili sui social che mi aiutano a mantenere un rapporto costante con chi mi segue.
Che effetto ha avuto la pandemia sulla tua attività professionale?
La pandemia è stata per tutti un momento per riorganizzare le idee e il lavoro. Sono una persona sempre pronta a reagire, e anche in quel momento sebbene difficile e complicato, ho pensato di continuare a produrre e a innovare la mia produzione. È stato un rischio, perché ho mantenuto alti ritmi di produzione, investendo tempo e denaro. Ho avuto momenti di sconforto, che tenevo a bada.. E proprio grazie al mio lavoro e a chi, stimandomi, mi ha comunque commissionato dei pezzi, oggi posso affermare di aver fatto benissimo a prendere di petto il lavoro, perché la dedizione mi sta ripagando di tutto.
Fai tutto da sola o ti aiuta qualcuno? Raccontaci cosa significa oggi essere un’artigiana imprenditrice.
Lavoro da 25 anni e sono iscritta all’albo degli artigiani e alla sezione dei produttori di ceramica artistica. Prima lavoravo con i miei genitori, quando erano a pieno ritmo anche loro, e con mia sorella.
I miei genitori mi aiutano ancora quando riescono, nonostante una vita di grande lavoro e sacrifici. Oggi lavoro con mio marito. Essere donna, artigiana, imprenditrice, mamma e moglie non è cosa semplice, se si cerca di fare tutto al meglio, ma con amore si riesce certamente.
Non nego che alle volte crollo dalla stanchezza, per dover coordinare tutto e tutti in egual importanza.
Il tuo stile è strettamente legato alla tradizione sarda. Quali sono le tue fonti di ispirazione e di studio? Su cosa si basa la tua ricerca formale e cosa ti interessa comunicare?
Il mio lavoro mi dà la possibilità di esprimere la mia visione personale della cultura e della tradizione sarda, e di mantenermi legata alla mia terra.
Io attraverso l’argilla, i colori e le tecniche decorative, racconto una visione tutta mia di come la Sardegna deve essere vissuta; della sua grande storia, il suo patrimonio culturale e le sue tante tradizioni artigianali. Ad esempio, una mia grande musa ispiratrice è l’arte dolciaria sarda.
Cosa ami di più del tuo lavoro?
Del mio lavoro amo l’aspetto creativo e umano, che mi permette di divulgare valori a chi sa percepirli e valorizzarli, e di trasmettere la mia identità.
Cosa diresti a un/a giovane che vuole intraprendere la tua stessa carriera?
A un giovane direi sicuramente che un professionista non nasce dal nulla o dalla sola predisposizione artistica, come nel caso di un artigiano. Come dico sempre a mio figlio più grandicello, bisogna aprire la mente, studiare, vedere altre realtà e fare tanti sacrifici, se si ha un desiderio che si vuole realizzare.
Solo così potrai davvero concretizzare un sogno con criterio e la giusta serietà. Nulla arriva per caso. Ma se hai degli obiettivi non scegliere mai la strada più veloce, invece percorri quella del sacrificio e della dedizione. Ci arriverai senz’altro se ci credi davvero, e la gratificazione sarà grande quanto il lavoro fatto per arrivarci. Un artigiano sa cosa vuol dire lavorare a testa bassa: questo è quello che ho sempre ammirato nei miei genitori e tutte le persone che lavorano nel mondo dell’artigianato.
https://artigianodelcuore.it/v-edizione-2022