Interviste

Armonie Senza Tempo: i Fratelli Ruffatti e l’intramontabile tradizione organaria

Fratelli Ruffatti è un’azienda artigiana di costruttori e restauratori di organi a canne. Il laboratorio padovano è nato nel 1940 e in poco tempo, grazie alla maestria dei fondatori e alla bellezza e qualità dei loro strumenti musicali, ottiene importanti incarichi non solo in Italia, ma in tutto il mondo: dall’Europa all’Asia, dall’Africa agli Stati Uniti.
L’impresa artigiana è stata tra le prime del paese a intraprendere, negli anni ’60, la costruzione di organi con il sistema meccanico. Nel loro laboratorio si costruisce ogni componente, fino ai particolari più minuti: ciò consente il massimo controllo della qualità e la personalizzazione di ogni strumento. Nel 2020, Piero e Francesco Ruffatti, seconda generazione alla guida dell’attività, hanno ottenuto il titolo MAM – Maestro d’Arte e Mestiere, riconosciuto dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Qual è la storia di Fratelli Ruffatti e come vi siete avvicinati al mondo degli strumenti musicali?
La ditta nasce nel 1940 dall’iniziativa di tre soci, i fratelli Antonio, Giuseppe e Alessio Ruffatti. Dopo un apprendistato presso la storica ditta Malvestio di Padova, che all’epoca stava chiudendo i battenti, iniziarono il loro percorso in modo autonomo, conquistando in poco tempo la fiducia e l’apprezzamento di molti organisti e clienti.
Grazie anche a diverse innovazioni tecniche, la fama della Famiglia Artigiana Fratelli Ruffatti raggiunse ogni angolo d’Italia e, negli anni ‘60 del secolo scorso, anche i mercati esteri, principalmente il Canada e gli Stati Uniti.
Dal 1968 accanto ad Antonio, unico rimasto dei tre soci fondatori, subentrarono i figli Piero e Francesco, e l’attività ebbe uno slancio ancora maggiore, soprattutto nell’esportazione. Oggi si contano più di seicento strumenti, alcuni dei quali di enormi proporzioni, sparsi in tutti i continenti. I mercati di riferimento, oltre a quello italiano, sono Inghilterra, Irlanda, Svezia, Stati Uniti, ma anche Australia, Corea, Giappone, Cina e altri paesi.

Cosa significa oggi tramandare una tradizione così importante?
Si tratta di un privilegio, ma è anche una grande responsabilità. Soprattutto se pensiamo che Padova è “città organaria” documentata fin dalla prima metà del quattordicesimo secolo!

Come si realizza un organo, qual è il processo di lavorazione?
L’organo è lo strumento musicale più complesso in assoluto. Nel nostro laboratorio impieghiamo ancora le tecniche antiche, e cerchiamo di produrre tutti gli elementi che lo compongono. Siamo rimasti davvero in pochi a far questo: tra le altre cose, noi stessi fondiamo ancora le lastre per costruire le nostre canne, in lega di stagno e piombo.

C’è qualche maestro a cui vi ispirate o che apprezzate particolarmente?
La nostra tradizione risale alla scuola organaria veneziana del diciottesimo secolo. Abbiamo restaurato molti di questi strumenti, in particolare del celebre organaro Gaetano Callido (1727-1813), che per alcuni aspetti è ancora per noi un punto di riferimento importante. Allo stesso tempo però cerchiamo sempre di innovare, introducendo perfezionamenti e nuove soluzioni in linea con il mutare del gusto e delle esigenze dei musicisti.

Quanto è importante la progettualità quando si realizza uno strumento musicale?
L’organo è l’unico strumento musicale non standardizzato. Ciò significa che ogni strumento è diverso da tutti gli altri per dimensioni, aspetto estetico, composizione fonica, e si deve adattare a edifici sempre diversi. È quindi facilmente intuibile come la progettazione sia un elemento determinante. Per ogni organo si deve studiare, in rapporto alla sua collocazione, l’organizzazione interna delle sue parti, l’aspetto estetico (che dipenderà dalle caratteristiche architettoniche dell’ambiente) e la composizione dei suoi registri, ovvero delle “voci” che lo caratterizzano.

Qual è il progetto più importante, o più stimolante, che avete realizzato finora?
Ve ne sono molti. Il più grande per dimensioni è uno strumento realizzato per la Christ Cathedral a Garden Grove, vicino a Los Angeles. Conta oltre 16.000 canne, ha le dimensioni di un condominio ed è fra i cinque più grandi organi del mondo. Fra gli strumenti di grande dimensione possiamo includere anche l’organo a cinque tastiere per la sala dell’Orchestra Sinfonica di San Francisco e quello a sei tastiere per la Basilica di Monreale (Palermo).

Come si coniuga tradizione e innovazione nel vostro lavoro?
Pur provenendo da una tradizione importante, è necessario considerare che l’organo è uno strumento in continua evoluzione, per cui non è pensabile, almeno per noi, una progettazione rivolta esclusivamente al passato. Per questo in anni recenti abbiamo anche collaborato con il Fraunhofer Institut di Stoccarda, per ricercare nuove soluzioni atte a migliorare sempre più le prestazioni tecniche e foniche dello strumento.

 

 

Fratelli Ruffatti
Via Facciolati, 166 – Padova
+39 049 750666
michela@ruffatti.com
www.ruffatti.com