Itinerari di Wellmade: le migliori sartorie napoletane tra forbici d’oro e abiti bespoke

Gli Itinerari di Wellmade sono realizzati per The Ducker e pubblicati nella sezione “Maestri”, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

La scuola d’alta sartoria napoletana è un’eccellenza conosciuta in tutto il mondo: un’antica tradizione dalle radici profonde, la cui storia comincia nel lontano 1400, quando nel capoluogo partenopeo prosperano le prime industrie di lana e seta. In questa cornice viene piantato il seme di una tradizione destinata a fiorire: i primi artigiani vengono reclutati proprio dalla corte aragonese, per dotare i sovrani di un sarto personale, ma la loro fama, nei secoli successivi, li chiama a servire le corti di tutta Europa.
L’età d’oro di questi grandi maestri comincia nel 1800, e raggiunge l’apice nel secolo successivo: in questo momento l’attenzione internazionale era rivolta alle capitali più moderne come Milano, Londra e Parigi, portatrici di uno stile più puro e lineare; gli artigiani napoletani iniziano allora a ritoccare e a definire quel gusto inconfondibile che sarà poi conosciuto ovunque nel mondo come “stile napoletano”, focalizzato soprattutto sulla moda maschile: se a Londra gli abiti erano più formali e ingessati, Napoli predilige uno stile elegante ma mai troppo rigido. La manica più corta della giacca lascia intravedere il polsino della camicia, mentre le imbottiture sulle spalle e sulla schiena sono più sottili, per donare maggiore comfort. I sarti napoletani tornano così ad essere i più richiesti, soprattutto a Milano, ma anche in tutta Europa, esportando oltralpe il loro talento, la loro passione e il loro ingegno.

Itinerari di Wellmade: le vere eccellenze del mosaico in Friuli

Gli Itinerari di Wellmade sono realizzati per The Ducker e pubblicati nella sezione “Maestri”, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Il Friuli è una terra affascinante e ricca di storia. Una regione a volte non troppo conosciuta, nonostante il patrimonio che conserva: nei piccoli borghi tra le vette delle Alpi Giulie e nelle valli del Tagliamento, si nascondono opere d’arte di grande valore e secolari tradizioni.
Una di queste, la più antica e raffinata, è tutta peculiare del territorio: il mosaico artistico. In tutta la regione sono presenti oltre 400 opere musive, senza contare i resti di pavimenti d’epoca romana e paleocristiana.
Qui tradizione e contemporaneità si fondono: in Friuli, il mosaico non è solo appannaggio del passato, ma rivive grazie alla maestranze eccellenti che esportano in tutto il mondo i loro fantastici capolavori. Ispirandosi alle decorazioni che un tempo abbellivano le domus patrizie e le basiliche bizantine, questi artigiani straordinari, vanto dell’alto artigianato italiano, hanno saputo rinnovare una tecnica millenaria, restituendole piena dignità.
Proprio in provincia di Pordenone, a Spilimbergo, ha sede una delle più rinomate scuole del mosaico di tutta Italia, la Scuola dei Mosaicisti del Friuli, che ha formato i più grandi maestri dell’arte musiva.
Se ci troviamo allora in terra friulana e vogliamo acquistare una bellissima opera d’arte in mosaico, dove possiamo andare? Su tutto il territorio esistono diverse attività che propongono prodotti artigianali di qualità, soprattutto nella zona tra Udine e Pordenone.
Come muoversi allora? Ormai lo sappiamo già: su www.well-made.it, il nostro sito preferito per scoprire le botteghe intorno a noi, cerchiamo subito se ci sono mosaicisti importanti nei dintorni.
La selezione è ristretta ma di indubbia qualità: tutte concentrate nei pressi di Udine, la mappa ci svela tre botteghe da visitare assolutamente.

Itinerari di Wellmade: alla scoperta delle più suggestive argenterie milanesi

Gli Itinerari di Wellmade sono realizzati per The Ducker e pubblicati nella sezione “Maestri”, a cura di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.

Milano non si ferma mai. Metropoli frenetica e pulsante, dove tutto corre alla velocità della luce.
Eppure Milano è anche una città da scoprire, dagli angoli nascosti e dalle botteghe ricche di fascino.
Qui, nelle strette vie del centro storico, non si è ancora perso il valore della lentezza e della cura: esistono ancora piccole e grandi attività artigianali che sopravvivono ai ritmi frenetici della città.
Ma non è necessario addentrarsi per le stradine del Carrobbio per trovare questi laboratori: alcune di queste attività si sono ormai spostate nei grandi viali centrali, o in zone più tranquille, forti di una clientela che le segue ovunque vadano.
Pellettieri, calzolai, orafi: ce n’è per tutti i gusti e le esigenze, ma oggi cerchiamo qualcuno che sappia padroneggiare l’arte del cesello con maestria. Ci affidiamo allora a Wellmade, la community dei migliori artigiani. Sul sito o sull’app basta applicare il filtro “Argentieri” e restringere il cerchio alla zona di Milano città: detto, fatto, il sito ci mostra già diversi punti sulla mappa.

La nuova app di Wellmade

La nuova applicazione di Wellmade è finalmente disponibile e scaricabile gratuitamente su Android e iOS (clicca sul link corrispondente al tuo sistema operativo per scaricarla): uno strumento digitale, che si aggiunge al sito, utile per scoprire le migliori botteghe artigianali intorno a sé e tenere i loro indirizzi sempre a portata di mano, con un semplice tocco.

Una navigazione basata sulla posizione dell’utente
L’applicazione amplifica l’esperienza di navigazione del sito well-made.it: mentre presenta gli stessi contenuti e funzionalità, grazie alla geolocalizzazione permette un utilizzo da cellulare semplice e realmente user-friendly, anche in movimento e in tempo reale.
Un progetto ambizioso che nasce dalla consapevolezza che il 70% del traffico sul portale avviene da mobile: così, per differenziare le due esperienze di navigazione, mentre il sito mostra i risultati di ricerca su tutto il territorio nazionale, l’app offre una consultazione focalizzata sulla posizione dell’utente, garantendo un modo semplice e gratificante di scoprire i tesori nascosti nella propria città, o semplicemente nel luogo in cui ci si trova, e avvicinarsi ancora di più alle tradizioni del nostro territorio. Wellmade mette così a disposizione di artigiani e botteghe un nuovo strumento per divulgare il loro straordinario lavoro all’ampio pubblico che già consulta abitualmente il sito, e non solo.

Scuole Mestieri d’Arte

Formare e sostenere una nuova generazione di maestri d’arte, per proteggere e tramandare il grande patrimonio italiano di cultura, di bellezza e di saper fare, è una necessità sempre più vitale per il sistema economico e produttivo del nostro Paese. Per questo la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte ha deciso di rinnovare il suo impegno nella promozione dell’artigianato artistico tra i giovani, realizzando un nuovo sito di orientamento verso le scuole italiane dei mestieri d’arte: www.scuolemestieridarte.it.

Stefano Bertoli

Stefano Bertoli è il vincitore della terza edizione del concorso Artigiano del Cuore. Giovane maestro liutaio specializzato nella costruzione e riparazione di strumenti ad arco, insegna restauro alla Civica Scuola di Liuteria del Comune di Milano e ha il suo laboratorio a Milano, in Via Pellegrino Rossi 5.

Complimenti per la vittoria! Come hai vissuto il concorso Artigiano del Cuore?
Grazie per i complimenti come prima risposta. Ho vissuto questa esperienza come una possibilità di farmi conoscere ma anche come un’occasione per “guardarmi dall’esterno” e valutare la mia immagine professionale in funzione di una crescita come artigiano liutaio.
È stato molto emozionante e mi sono sentito sostenuto da amici, clienti e da una buona parte del mio quartiere.

Come hai vissuto invece il periodo di quarantena? Come ne ha risentito la tua attività professionale?
Il periodo di quarantena è stato molto faticoso perché il nostro lavoro non è fatto solo della costruzione o riparazione di strumenti ma richiede molto tempo per la gestione, sistemazione, progettazione di nuovi strumenti o lavori, e anche per la pulizia!
Non poterci andare fisicamente ci ha tolto tempo prezioso, ma stare a casa mi ha dato la possibilità di pensare a qualche idea che vorrei sviluppare.

“La Grande Bellezza – The Dream Factory” di Starhotels

Nasce la prima edizione del Premio “La Grande Bellezza – The Dream Factory”, voluto da Starhotels e portato avanti in collaborazione con Fondazione Cologni, Associazione OMA-Osservatorio dei Mestieri d’Arte e Gruppo Editoriale.
Nell’ambito delle diverse azioni messe in campo dal progetto – che prevede la realizzazione di linee di prodotto a marchio Starhotels, commesse agli artigiani, eventi, mostre, incontri, laboratori e tirocini, Starhotels bandisce un concorso biennale tematico, aperto agli artigiani operanti sul territorio italiano.

Una speciale giuria composta da nomi molto autorevoli e presieduta da Starhotels individuerà le 10 opere finaliste e il vincitore, che riceverà un premio in denaro di 10.000 euro.
Il tema della 1° edizione è “Una fonte di luce”. Gli artigiani sono invitati a presentare entro il 15 aprile opere legate in vario modo, anche non letterale, al tema affascinante dell’illuminazione: lampade di ogni tipologia, ma anche candelieri, candele, specchi e specchiere, vetri, oggetti, complementi d’arredo che emanino o riflettano la luce.
Le opere devono essere di libera creazione, contemporanee, originali. Qualunque tecnica e materiale sono ammessi, purché la lavorazione sia rigorosamente o in massima parte manuale, secondo i criteri e le modalità dell’eccellenza artigiana.

La cerimonia di premiazione si svolgerà il 1 ottobre 2020 a Venezia, nell’ambito dell’evento internazionale Homo Faber: crafting a more human future. Lo scenario sarà tra i più suggestivi: lo squero della Fondazione Cini.
Allo stesso tempo le opere finaliste saranno esposte allo Splendid Venice – Starhotels Collezione, una delle icone di stile del Gruppo situato nel cuore di Venezia, in un’area centrale e silenziosa tra Rialto e San Marco.



Una giuria d’eccezione per riconoscere la bellezza
Il premio si avvale di una giuria d’eccezione, formata da esponenti del mondo della cultura, dell’arte, delle arti applicate, della moda e del design, presieduta da Elisabetta Fabri, Presidente e AD di Starhotels, che ha fortemente voluto e promosso il progetto “La Grande Bellezza – the Dream Factory”.
Madrina del premio è Cinzia TH Torrini, nota regista e sceneggiatrice fiorentina nota in ambito internazionale che è reduce del successo di “Pezzi unici”, in onda su RAI 1 e ambientata proprio nel mondo dell’artigianato fiorentino.

Compongono la giuria:

Personalità
Stefano Boeri. Architetto e urbanista, ordinario presso il Politecnico di Milano, direttore di riviste internazionali, è titolare dello Studio Boeri Architetti, con sede a Milano e Shanghai, dove dirige il Future City Lab della Tongji University. Il suo lavoro, più volte premiato a livello internazionale, è caratterizzato dalla speciale attenzione al rapporto fra città e natura e al concetto di biodiversità. È Presidente della Fondazione La Triennale di Milano.

Barnaba Fornasetti. Figlio di Piero Fornasetti, celebre fondatore dell’omonimo marchio di design Made in Italy tra le principali aziende dell’alto artigianato italiano, nota in tutto il mondo per il suo stile decorativo inconfondibile. Barnaba Fornasetti porta avanti con grande visione e talento il prezioso heritage familiare, decretando il successo internazionale dell’azienda.

Marva Griffin Wilshire. Fondatrice e curatrice già dalla prima edizione nel 1998 del SaloneSatellite, iniziativa del Salone Internazionale del Mobile trampolino di lancio internazionale per giovani creativi, Università e Scuole di Design di tutto il mondo. Oltre al ruolo in SaloneSatellite, Marva Griffin Wilshire è la Direttrice della stampa internazionale del Salone del Mobile. Considerata una vera Musa nel mondo del design, nel 2014 ha ricevuto il Premio Compasso d’Oro alla Carriera.

Ugo La Pietra. Architetto e designer, intellettuale radical e ricercatore instancabile nella grande area dell’urbanistica, delle arti applicate e della ricerca visiva, animatore di eventi culturali. Figura di riferimento, in Italia e non solo, per l’alto artigianato, di cui è da sempre grande promotore in tutte le principali aree artigiane del Paese. Vince nel 1979 il Compasso d’oro, nel 2016 quello alla Carriera.

Livia Peraldo Matton. Architetto e giornalista, è Art Director prima del mensile Casaviva, poi nel 1990 di Elle Decor Italia di cui, nel ruolo di Direttore Artistico, definisce l’immagine, per diventarne nel 2001 Direttore Responsabile. Dal 2012 a oggi ne ha guidato l’evoluzione da magazine cartaceo a piattaforma multimediale, sviluppando anche diversi progetti di comunicazione.

Ippolita Rostagno. Già designer di gioielli, è la fondatrice di Artemest, oggi il più importante e autorevole network online di aziende artigianali di alta gamma, rappresentando a livello internazionale una straordinaria vetrina del più autentico saper fare italiano. Il sito raccoglie circa 230 designer e imprese artigianali, distribuendo più di 5.000 prodotti in circa 60 Paesi nel mondo.

Partner
Alberto Cavalli. Direttore Generale della Fondazione Cologni, è giornalista e autore di varie pubblicazioni dedicate all’alto artigianato. È Executive Director di Michelangelo Foundation e curatore della grande esposizione internazionale biennale “Homo Faber: Crafting a more human future”.

Maria Pilar Lebole. Da anni impegnata sul terreno dell’alto artigianato, coordina l’attività dell’Associazione OMA – Osservatorio dei Mestieri d’Arte per Fondazione CR Firenze, curandone le numerose iniziative culturali e divulgative, tra cui mostre, premi, bandi, tirocini formativi, collane editoriali.

Matteo Parigi Bini. È fondatore e titolare di Gruppo Editoriale, casa editrice specializzata nella pubblicazione di riviste internazionali legate alle città italiane di maggior interesse turistico. Si dedica anche al mondo dell’alto artigianato attraverso volumi, guide e il portale italia-sumisura.it

Sara Ricciardi. Una delle più talentuose e poliedriche designer della nuova generazione, progetta prodotti per importanti aziende, gallerie, performance, interni e installazioni. È stata scelta come Art Director del progetto “La Grande Bellezza”, per la produzione di pezzi a marchio Starhotels, realizzati con alcuni dei migliori artigiani italiani.

#LaGrandeBellezzabyStarhotels

Iscrizioni entro il 15 Aprile 2020.
Regolamento e modalità di partecipazione su: www.starhotels.com

 

 

Vittorio Bruno e BAM-Bottega Artigiana Metalli

Vittorio Bruno, vincitore del premio MAM 2016, è una figura peculiare, in grado di coniugare sapientemente la tradizione artigiana ereditata dal padre con l’innovazione contemporanea del design, della progettazione d’interni e dello studio della luce. Lavora con il padre e suo fratello a Nuoro nella bottega di famiglia, BAM Design, dando vita a progetti modernissimi nei quali si rispecchia l’amore per la manualità e l’apertura alla cultura del progetto.

Cos’è BAM e come nasce questo progetto?
Ho fondato BAM-Bottega Artigiana Metalli insieme a mio fratello e a mio padre, che ha portato avanti così il lavoro iniziato da suo nonno nell’Ottocento. Siamo specializzati da sempre nella lavorazione dei metalli (come l’acciaio, il ferro, il rame e l’ottone), ma il metallo non è solo un elemento strutturale: viene rivisitato e riscoperto nei suoi aspetti materici e tattili.

BAM è fatta da designer che si sporcano le mani e da artigiani che le mani le fanno pensare. È un progetto innovativo di artigianato contemporaneo, che sfugge alle tradizionali definizioni riferite all’arte, all’artigianato e al design.
Negli anni BAM si è aperta alla contaminazione con altri materiali, che ne rappresentano comunque l’identità e ne condividono il linguaggio: legno e sughero, ceramica, tessuti, fibre, pelletteria, vetro. Si è instaurato così un dialogo aperto con altri progettisti, artisti e artigiani del nostro territorio sardo.

E tu come ti definiresti?
Mi sento designer e artigiano.
Ho un bellissimo rapporto con il mio territorio. Qui è un posto fantastico, amo la nostra natura con i suoi monti, il mare, e tutto ciò che ci vive e ne fa parte. Amo la nostra cultura e le nostre tradizioni, i nostri vestiti, la nostra lingua, la nostra musica e il nostro cibo.

C’è artigianato, e artigianato

Grazie alle tante esperienze di ricerca, di progetto e di animazione all’interno dei vari territori italiani che ho attraversato rintracciando l’artigianato artistico, ho potuto constatare le profonde differenze culturali, produttive e d’impresa che condizionano questo settore, un tempo ignorato e disprezzato, oggi di gran moda. Proverò di seguito a fare un’analisi dei vari tipi di artigianato artistico diffusi sul territorio italiano sottolineando alcune distinzioni.

Serena Dominijanni

La strada per diventare un maestro d’arte è lunga e richiede grandi sacrifici, ma in due è senz’altro più semplice! Lo sa bene Serena Dominijanni, che da qualche anno ha aperto con suo marito una legatoria artistica a Roma e, ad aprile 2019, ha trionfato alla seconda edizione del concorso Artigiano del Cuore, nella categoria Percorsi d’eccellenza.

Complimenti per la vittoria! Come hai vissuto il concorso Artigiano del Cuore?
È stato al contempo appassionante e divertente. Mi ha dato modo di riflettere sulle motivazioni che mi hanno spinto a intraprendere questo mestiere e di condividerle. Inoltre, è stata un’ottima possibilità di ricontattare tanti clienti e amici del laboratorio che in questi anni ci hanno conosciuto e che con piacere ci hanno supportato. Infine, grazie al concorso, ho potuto conoscere le storie degli altri restauratori e artigiani in gara, traendo ispirazione da alcuni di loro e ovviamente esprimendo anch’io le mie preferenze.

Qual è stata la tua formazione e che valore ha avuto l’esperienza con Fondazione Cologni, nel progetto “Una Scuola, un Lavoro”?
Nel 2011 ho conseguito la Laurea specialistica in Storia dell’Arte presso l’Università di Roma Tor Vergata, con una tesi in “Teoria e storia del restauro”. Le ricerche nelle biblioteche e negli archivi mi hanno avvicinato sempre di più al mondo librario, spingendomi a tentare il concorso presso l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario. Ho iniziato così questo secondo percorso di studi, conclusosi nel 2015. Il progetto “Una Scuola, un Lavoro” mi ha dato poi la possibilità di rimanere altri sei mesi all’interno dell’Istituto, approfondendo ricerche che avevo iniziato con la tesi, partecipando a convegni e contribuendo a nuovi interventi di restauro.